AVERE CURA E NON CURARE
Pubblicato in Counseling Relazionale · Martedì 16 Gen 2024
Nella logica diffusa della clinicizzazione di ogni fragilità e della necessità di dover attivare una cura per superarla, si rafforza l’equivoca convinzione di avere bisogno di guarire non appena si sta male e la conseguente pretesa di riuscire a guarire perché ci si fa curare: evapora la FIDUCIA IN SE STESSI, l’autonomia e la responsabilità individuale.
Nella fretta di avere una soluzione al problema, si confondono i pensieri con le emozioni, le scelte con le reazioni.
Tutto è annodato in un gomitolo ingarbugliato e si va in cerca di mani esperte che sappiano trovare il bandolo della matassa e sciogliere i nodi.
Così dimentichiamo le nostre mani.
Così diventiamo noi stessi quel gomitolo.
Così dimentichiamo di avere la capacità di raccoglierlo, posizionarlo in un posto che possiamo scegliere, osservarlo.
Le TECNICHE DI DISTANZIAMENTO DEL COUNSELING consentono di prendersi cura del proprio problema, partendo anzitutto dalla legittimazione a farlo essendone gli unici titolari.
QUESTO PROBLEMA MI APPARTIENE E IO POSSO OCCUPARMENE.
Spesso nei colloqui il cliente porta un sovraccarico confuso che non sa delimitare, e non sa farlo perché, nel desiderio di risolverlo, non riesce a sostare a osservare il suo contenuto.
Occorre levare il problema dal suo astrattismo, dalla sua genericità, iniziare a nominare le parti che compongono quel tutto complesso e negativo.
Quando si sarà smontato a pezzi, si capirà che alcuni non ci appartengono, che altri appartengono a un tempo diverso da oggi, che altri ancora non ci interessano davvero: quelli che resteranno si potranno mettere in ORDINE DI PRIORITA’.
La domanda utile è sempre: DI COSA POSSO OCCUPARMI ORA?
Iniziare da lì, dal riconoscimento di avere il potere di ridefinire e riposizionare: è il potere di scegliere di DARCI POTERE.
L’aspettativa della soluzione dei problemi ci toglie il potere di gestirli.
E di trovare il posto adatto per quel gomitolo, se vogliamo conservarlo.