PREADOLESCENTI: REGOLE E FIDUCIA
Pubblicato in Parent Counseling · Venerdì 30 Giu 2023
L'età 11 – 13 anni corrisponde alla preadolescenza, un periodo che comporta radicali cambiamenti fisici e biologici, con riflessi significativi sulla sfera sessuale, affettiva, psicologica e relazionale: il corpo e la mente che cambiano (con tempi e condizioni diversi soggettivamente) richiedono un costante sforzo di accettazione e adattamento che può creare difficoltà.
A genitori e figli necessita in questa fase una notevole capacità di tollerare le reciproche differenze attraverso un progressivo mutamento della gestione del legame: si tratta di saper attuare una regolazione delle distanze che non produca la rottura del legame ma ne cambi la forma.
I ragazzi non sono più bambini ma hanno ancora bisogno dei genitori per essere orientati nel loro cammino.
La preadolescenza è in realtà un periodo di sviluppo che il ciclo evolutivo offre ai genitori per prendersi il tempo di strutturare con gradualità il cambiamento dei propri ruoli genitoriali: un tempo di sperimentazione e ridefinizione dei compiti educativi, un crescendo che consente la preparazione in vista dell'adolescenza.
I genitori devono fare un passo indietro rispetto alla prevalenza di materno che investe l'infanzia, bilanciare una maggiore misura dell’intervento educativo paterno riguardo all’aspetto normativo e alla sperimentazione di sé, consentire ai figli di scoprire il mondo con coraggio e fiducia e restare la base sicura alla quale poter tornare per sentirsi riconosciuti, legittimati e accolti.
I preadolescenti sono identificati socialmente come una categoria di consumatori specifici (esistono libri, film, dispositivi tecnologici, capi di abbigliamento e molti altri accessori prodotti specificamente per il loro target di interessi), quindi si costruiscono immagini e rappresentazioni del loro mondo.
Considerata la spinta alla omologazione che a questa età diventa più forte, un bisogno emergente è di informare i genitori sulle modalità e sulle tempistiche di un corretto uso dei dispositivi digitali, affinchè possano trasmettere ai figli il valore strumentale della tecnologia e definire in misura equilibrata le condizioni del loro utilizzo da parte dei ragazzi.
È necessaria la presenza di adulti consapevoli che, senza demonizzare le frontiere tecnologiche, possano essere una guida per filtrarne i contenuti: è importante entrare nel mondo dei propri figli e confrontarsi con loro per capire cosa e come vedono i loro occhi, come la pensano, qual è la loro scala di valori, quanto sono condizionabili e influenzabili.
E’ importante aiutarli a fare un’analisi dei messaggi che vengono veicolati attraverso i contenuti esterni accessibili attraverso i devices di cui si nutrono che spesso sono una fonte di apprendimento e confronto per loro.
Se lasciamo i ragazzi soli a trovare un significato a questi contenuti, quando in realtà non sono ancora in grado di discernere e di valutare con un pensiero critico già sviluppato, rischiamo che percepiscano in maniera errata tanti messaggi e rischiamo di perdere l’occasione di utilizzarli positivamente con uno scopo educativo per trasmettere insegnamenti importanti.
Primo fra tutti una giusta proporzione tra interesse, fiducia e libertà.